LIBIA cucina arabo mediterrranea
Le nazioni dell'Africa mediterranea (Marocco, Algeria, Tunisia e Libia), schierate grosso modo lungo il trentesimo parallelo si identificano nell'area del Maghreb: un blocco omogeneo sia per ambiente, da marittimo a desertico nel volgere di breve distanza, che per appartenenza alla cultura islamica. Nella radici di questa cucina ritroviamo l'eredità degli abitatori più antichi, i berberi, popolazione nomade dedita alla pastorizia, cui si deve la consuetudine della cottura a fuoco lento di zuppe e carni in pentole di terracotta (tajine).
La tavola libica è un misto di cultura araba e mediterranea con una forte influenza italiana, ma senza dimenticare aspetti della tradizione ebraica (impiego di frattaglie e la marinatura di carne e pesce), o della cultura coloniale francese.
Cucina speziata sopratutto con coriandolo, cumino e cannella, ai quali si aggiungono per dare colore zafferano e cardamomo. Orzo e frumento sono i principali cereali coltivati. Pomodori e patate sono le verdure più apprezzate; datteri, banane, cocco, arance e fichi identificano la frutta.
Famosa prelibatezza locale è il cuscus o couscous (tradizionalmente di miglio, oggi di grano). Pezzi di pollo, tacchino o montone, calati in una zuppa di verdure arricchita con molto peperoncino, danno vita ad uno dei piatti più caratteristici della Libia: lo sharba. Tra le ricette di derivazione italiana segnaliamo la pasta con il pomodoro, seppure interpretata con le spezie.
Il popolo libico preferisce mangiare a casa, eccetto il venerdì, quando sulla costa si fanno dei picnic consumando il cibo da un grande piatto comune dal quale i commensali si servono utilizzando come posate mani e pane.
Tra le bevande (quelle alcoliche sono vietate per motivi religiosi), spicca il thé alla menta servito in piccoli bicchieri.